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Il primo incontro dei Seminari organizzati all’interno dei “Mercoledì di Palazzo Medici Riccardi” affronterà il tema attualissimo di come la creatività artistica possa convivere con la razionalità propria della scienza.

Questa errata separazione nata interno al metodo cartesiano sulla interpretazione della manifestazione della realtà fisica, ripresa poi da Spinoza, ha creato soprattutto nel’800 la figura dell’artista ribelle, fuori da ogni regola e avulso dal processo di ricerca proprio della scienza. Veniva di fatto negato il vero ruolo dell’artista moderno, come si era configurato nel Rinascimento, come vero indagatore della realtà, attraverso un rigoroso processo di conoscenza dei fenomeni della natura a partire da figure come quelle di Leon Battista Alberti, Filippo Brunelleschi, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Donatello intanto per citare le più note.

Non dimentichiamo poi che tutto ciò che noi chiamiamo “la grande arte rinascimentale” nasce nella Bottega Orafa, dove scienza e creatività erano finalizzate alla trasformazione della materia e alla conoscenza degli elementi propri della scienza alchemica alla quale partecipava anche il movimento Neoplatonico favorito da Cosimo I intorno alla Villa di Careggi e al Monastero di  San Marco.

Oggi è più che mai necessario riunire gli estremi tra ARTE E SCIENZA, ridando alla cultura umanistica il ruolo che le è proprio, non inferiore  a quella scientifica come hanno dimostrato grandi pensatori e scienziati con Bertrand Russell, unendo misticismo e logica, Alan Turing il grande matematico che inventò negli anni Trenta del secolo scorso l’intelligenza artificiale e il nostro PC e l’ingiustamente dimenticato Marco Tedeschini, ingegnere che tra gli anni ’40 e ’50 del Novecento partendo dalla filosofia stese le 10 equivalenze psico-fisiche, sorprende di fatto la moderna cibernetica.

Solamente il ritorno all’unità del sapere, potrà permettere alle nuove generazioni di riappropriarsi del nostro destino, dove scienza e anima insieme possono superare la crisi esistenziale che l’attuale cultura figlia di un Novecento ottuso e violento non riconosce, soprattutto nei vertici di potere politico ed economico, causando l’attuale drammatica crisi sociale e culturale di un’intera generazione appartenente senza futuro.

Il gruppo di lavoro Stefano Alinari, Alessandro Ubertazzi, Eugenio Guglielmi, Mimmo di Cesare, Umberto Falchini, Sara Scaranna.





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